BIOGRAFIA

L’incontro col teatro avviene in ambito universitario. Dopo li liceo classico si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, dove sostiene circa sedici esami...
Non vi preoccupate, dice lui non mi sono laureato.

Partecipa come comparsa nel film IL NOSTRO CAMPIONE è un film di genere drammatico del 1955, diretto da Vittorio Duse, con Aldo Bufi Landi e Alessandro D'Ottavio.

All’inizio degli anni sessanta l’Università La Sapienza promuove delle attività parallele al normale corso di studi. Tra queste si cerca di recuperare il glorioso CUT (Centro Teatrale Universitario). Una scuola di teatro alternativa all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Al CUT non c’è un solo metodo d’insegnamento. I docenti sono dei teatranti che trasmettono la propria disciplina e la propria esperienza. Tra questi, Giancarlo Cobelli, che insegna mimica all’Atenco e con lui ebbe il vero e proprio debutto nel novembre del 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma ora Teatro Flaiano, con IL CAN-CAN DEGLI ITALIANI per i quali compose le musiche, diretto da Giancarlo Corbelli. Sono diventati una piccola leggenda quei dieci minuti, non undici, nei quali musicò dei versi di Ennio Flaiano. Si distingue immediatamente per la forza scenica e per la molteplicità di risorse. Con lo stesso Cobelli nel 1964 prende parte allo spettacolo LA CASERMA DELLE FATE. Nello stesso anno recita negli UCCELLI di Aristofane, dove da membro del coro viene chiamato a sostituire Paolo Poli nel ruolo dell’Upupa, e in ROMOLO IL GRANDE di Durrenmatt con Mario Scaccia entrambi diretti da G. De Martino.

Nel frattempo coltiva una passione musicale fondamentale e mai smessa, determinante per la sua carriera. Canta, suona la chitarra, compone. Una passione che diviene sempre più anche un lavoro. È l’epoca d’oro dei night club e delle sale da ballo. Qui si cimenta con un repertorio musicale eterogeneo, che spazia dal genere popolare italiano alla grande musica d’importazione, passando per la moderna canzone d’autore. Tra tanti musicisti, alcuni diverranno famosissimi, conosce Lello Arzilli, un amico insostituibile, un riferimento di sempre.

Si cimenta con successo anche nel campo del doppiaggio, dove inizia nel 1964 dando la voce al GATTO SILVESTRO dei cartoon della Warner Bros.

Nel 1965 lo Stabile di Roma costituisce la Compagnia Sperimentale. Proietti ne fa parte lavorando nel MERCANTE DI VENEZIA di Shakespeare con Paolo Stoppa e la regia di Ettore Giannini, nella commedia L’ARBITRO di G. Pistilli diretta da G. Magliulo e nel RE CERVO di Gozzi con A. Foà diretto da A. Camilleri.

Nello stesso anno presta la voce all’attore Aldo Berti in UN ANGELO PER SATANA regia di Camillo Mastrocinque.

Si propone altresì una nuova drammaturgia italiana. Per Proietti sono anni d’oro, nei quali affina la propria cultura e i propri mezzi tecnici con una attenzione quasi maniacale. Frutto di quest’esperienza sono spettacoli come DIREZIONE MEMORIE di C. Augias del quale nel ’68 interpreterà anche RIFLESSI DI CONOSCENZA, con la regia di Calenda, LE MAMMELLE DI TIRESIA di Apollinaire. Grande successo fu il DESIDERIO PRESO PER LA CODA unico capolavoro teatrale di Picasso, diretto sempre da Calenda. Sempre al “CENTOUNO” si proposero testi di Pinter, di Beckett, di Grass. Proietti perfeziona sempre più la sua personale disciplina vocale e fisica confrontandosi con la musica jazz, contaminando la tecnica dell’attore con quella dei jazzisti. Tra il ’67 e il ’68 prende parte anche a IL TUBO E IL CUBO di A. Frassineti con la regia di M. Prosperi e alla LA CELESTINA di F. De Rojas diretta da Calenda.

In questo periodo, mentre si configura come uno dei giovani attori di teatro più promettenti, si dedica al doppiaggio. Effettua importanti doppiaggi in CAMELOT (R. Harris). CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOLF? (R.Burton). Il doppiaggio diventa per Proietti una attività quasi parallela al teatro, sempre praticata con una certa continuità e sempre con risultati di qualità eccelsa. Si pensi a LENNY (D. Hoffmann), il primo ROCKY (S. Stallone), CASANOVA di Fellini (D. Shuterland), fino ad arrivare ai più recenti ALADIN della Walt Disney, CASINÒ di Scorsese (R. De Niro) o HAMLET di K.Branagh (C. Heston).

Nel 1968 incontra Tinto Brass col quale comincia a collaborare ad alcune sceneggiature cinematografiche. Ne nasce L’URLO, di cui è protagonista e co-autore.

Nel 1970 reciterà anche in DROP-OUT di Tinto Brass, insieme a V. Redgrave e F. Nero.

...IL CIRCOLO PICKWICK tratto da Dickens diretto da Ugo Gregoretti col quale molto collaborerà in seguito, IL SOCIO di A. Prieto diretto da A. G. Maiano, LA PRESIDENTESSA di F. Enriquez...

...CONOSCETE DON CHISCIOTTE di C. Quartucci dove conosce Roberto Lerici, al quale dovrà una preziosa e irrinunciabile collaborazione, Il MATRIMONIO DI FIGARO di Sandro Sequi, IL VIAGGIO DI ASTOLFO di Vito Molinari e COME RIDEVANO GLI ITALIANI di G. Angelucci, dove si confronta per la prima volta con Ettore Petrolini, del cui repertorio sarà, anni dopo, l’interprete per eccellenza.

Nel 1970 accetta la proposta improvvisa di Garinei e Giovannini, di sostituire Modugno e interpretare accanto a Renato Rascel la commedia musicale ALLELUJA BRAVA GENTE al teatro Sistina. La storia è ambientata alle soglie dell’anno Mille. Rascel e Proietti sono rispettivamente Ezzelino e Ademar, due voltagabbana che con reliquie e rimedi gabellano la vita eterna. Il successo di questa interpretazione è straordinario. Proietti recita, canta e balla con esiti travolgenti. Il grande pubblico lo acclama, la critica lo ricopre di elogi. Si lega a questo spettacolo per due stagioni ottenendo dappertutto riscontri da capogiro. Vince la “Maschera d’Argento”. Questo musical, di cui si realizza anche un disco, costituisce per Proietti una svolta fondamentale. In un teatro indubbiamente più popolare, in un circuito più ufficiale, scopre l’importanza di quell’elemento fondamentale che è il pubblico. Da allora il pubblico lo riconosce come uno dei migliori attori italiani, il più completo. Alcuni lo paragonano a Gassman, di cui sembra incarnare la forza scenica, l’essere proteiforme, la naturalezza espressiva unità a un virtuosismo senza pari. Luigi Proietti a trent’anni, dopo esperienze molteplici che vanno dal teatro cabaret alla prosa classica, dall’avanguardia al musical, sembra essere il continuatore diretto della tradizione del grande attore del Novecento. Ma siamo ancora agli inizi.

Contemporaneamente lavora al cinema in diversi film di successo. Nel 1970 si distingue per tre incisive caratterizzazioni nel BRANCALEONE ALLE CROCIATE di M. Monicelli con V. Gassmann. Recita in BUBÙ DI MONTPARNASSE di M. Bolognini.